Fontana S. Faustino
Le fontane di Viterbo fanno parte di un complesso architettonico che probabilmente non ha eguali in tutta Italia.
Tra XIII secolo e il XIV secolo, grazie a chi viveva Viterbo, abbiamo una documentazione insostituibile per riscoprire caratteristiche strutturali ed elementi decorativi derivanti dal mondo classico.
Nelle antiche carte topografiche della città, il tessuto urbano è caratterizzato da piazzette, di forma più o meno irregolare, nelle quali compaiono sempre una chiesa ed una fontana, simbolo, entrambe, della comunità cittadina medievale.
Sul lato opposto di Piazza della Rocca si aprono due vie che conducono entrambe alla Piazzetta di San Faustino, centro di un quartiere sorto – secondo gli antichi cronisti – per ospitare parte degli abitanti dellla distrutta Città di Ferento (1172).
Al centro della piazza sorge una fontana a “fuso”, costruita nel 1251 da Giacomo D’Andrea e Gemini Di Maestro Francesco, i cui nomi sono incisi sul corpo centrale.
La chiesa dei santi Faustino e Giovita doveva essere all’incirca coeva della fontana, ma non conserva piu nulla della struttura originaria, poichè ad un radicale ammodernamento effettuato intorno alla metà del ‘700 ha fatto seguito il più recente restauro del 1911.
Pertanto, più che l’edificio, vanno ricordati alcuni dipinti in esso conservati, in particolare la cosidetta Vergine di Costantinopoli, un’immagine bizantina della Madonna che ricorda la scelta della chiesa da parte dei Cavalieri Gerosolimitani, durante la loro permanenza a Viterbo, per celebrare i loro uffici sacri.