Fontana Grande
Milleducentenis cum septuaginta novenis/ Annis Natalis Christi, fons iste sepalis/ Mirifice factus est in meliusque redactus,/ Tempore prudentis, clari, Dominique potentis/ Ursi, regnantis Viterbii predominanti./Arturus, tribus huius Capitaneus urbis,/ Clara stirpe satus Petri de Monte, beatus,/ Regnabat dignus, cunctis in honore benignus”.
Nell’anno 1279 dalla natività di Cristo, questa fonte del Sepale fu mirabilmente portata a termine ed in meglio restaurata al tempo del saggio, illustre e potente Orso, signore della dominatrice Viterbo. Arturo, ben accetto capitano di questa città, nato dalla chiara progenie di Pietro del Monte, felicemente reggeva il governo, degno di merito per tutti, benigno nell’esercizio del potere. Costruita nel 1212 per volontà del Comune, Fontana grande è sicuramente la più famosa tra quelle inserite nel tessuto della città. La sua realizzazione venne affidata ai maestri Pietro e Bertoldo di Giovanni, i cui nomi sono riportati nell’epigrafe posta nella vasca inferiore della fonte.
Essa è situata al centro della piazza con una gradinata in tutto il suo perimetro, una grande vasca con pianta a croce greca, pareti esterne con riquadri e cornici rettangolari ben rifinite, otto colonnine negli angoli, un enorme fusto cilindrico al centro e quattro pilastrini ottagonali che emergono dalla vasca terminando in forma piramidale.
La base è costituita da quattro alti gradini e da un incasso per la raccolta degli scoli dell’acqua. La vasca ha il parapetto esternamente decorato da specchiature rettangolari comprese tra la cornice di bordo e quelle della base.
Fonte del Sepàle” regolamentata anche sullo statuto comunale del 1251. Il suo nome antico sembra derivi da Fons Sepalis, da “saepes” (siepe o recinto), per le protezioni che la proteggevano per evitare che gli animali inquinassero la vasca dell’acqua.
Nel 1424 la Fontana “grande”, fu interessata da altri lavori di restauro. In quest’occasione venne rifatto il grande tronco della colonna sostenente le due tazze superiori e furono scolpite “quactro teste de liuni da zictare tucta l’acqua” e venne rifatta interamente la vasca inferiore.
L’acqua di questa fonte proveniva da un monumentale acquedotto romano, esistente fuori della porta Romana.
Nella coppa quadrilobata troviamo questa incisione che è di particolare rilevanza poiché ci restituisce il nome di colui al quale venne affidato il compito del restauro. Questo costruttore-restauratore fu Vallerianus che lavorò sotto il pontificato di Papa Nicolò III Orsini (1277-1280)
I piccoli capitelli si vestono di grandi foglie a più punte o di foglie il cui perimetro è caratterizzato da una dentellatura tondeggiante.
Alla vasca si accede tramite una scalinata di cinque gradini che ne segue tutto il perimetro praticamente abbracciandola su ogni lato. E’ per questo che la fontana e la gradinata sembrano un’unica ed inseparabile struttura sussistente in una maniera del tutto funzionale.